Tentazione fa parte della raccolta “Tutte le novelle”, edizione Mondadori, 1983. Il testo inscena lo scatenamento di pulsioni elementari di natura arcaica, forse per questo ineliminabili, ma non perciò giustificabili quando si manifestano sopraffacendo o brutalizzando una persona. La sopraffazione avviene ai danni di una giovane e bella ragazza di città, i protagonisti negativi tre giovani provenienti dalla campagna. Siamo a Milano.
Bastano queste poche informazioni per capire che Verga mette a confronto due mondi: il mondo della campagna e il mondo della città. Aggiungo, entrambi pieni di limiti e contraddizioni e con uno dei due chiaro perdente. La decisione di “vittimizzare” la città e “colpevolizzare” la campagna pone un interrogativo di difficile soluzione. Potrebbe anche essere che questa interpretazione non abbia sfiorato la mente dello scrittore. Che, quindi, l’assegnazione dei ruoli ai rispettivi contesti di provenienza sia stata casuale.
Dal punto di vista formale troviamo il Verga più maturo: sinteticità espositiva, narrare ellittico e sapienti anticipazioni. Non mancano naturalezza del parlato e coloritura dialettale. Quest’ultima ottenuta con battute in vernacolo. L’ambiente, di una miseria che può dirsi incontrastata, è quello tipico delle novelle verghiane. Se la natura arcaica del comportamento dei tre giovani coinvolge inevitabilmente il pensiero, la miseria, che in Rosso Malpelo è anche economica, qui pare investa solo la morale. Ambrogio, Carlo e il Pigna hanno un’etica con poca coscienza e molta violenza. Siamo al cospetto di persone incapaci di coordinare e ordinare i loro comportamenti quando questi impattano sull’altro.
Verga nella reazione all’aggressione – «furibonda mordeva, graffiava, sparava calci» – con il suo vivissimo naturalismo pare voglia ricordarci le nostre origini animali. Animali sociali certo, ma pur sempre animali, che quindi vanno educati. Come? Costruendo noi, in ognuno, una quota insopprimibile di Bene che sappia emergere e contrastare il Male nei momenti di massima estensione:
«La linea che separa il bene dal male attraversa il cuore di ognuno»
Dalle parole del poeta russo Alexandr Solzënycin, deduciamo che può esistere anche un’educazione del cuore o addirittura che il cuore ne sia la fonte. La bellezza sconvolgente di Tentazione sta nell’avere tenuto fermo il caposaldo logico, ma anche biologico e fisiologico, dell’essere la vita umana un continuum. Dentro questa continuità Verga ha trovato nel finale l’illuminazione:
«E come si può arrivare ad avere il sangue nelle mani cominciando dallo scherzare»
Infatti, i tre giovani iniziano corteggiando la ragazza, ma poi… La frase che conclude la novella basta da sola ad aprire una parentesi di riflessione su come siamo e quanta consapevolezza abbiamo delle nostre azioni deboli, cioè quelle guidate dal male. Che il male è in noi e dentro la storia dell’uomo, Verga lo ha sintetizzato benissimo al termine della novella. Noi, invece, con questa lieve modifica del finale verghiano: «e come si può arrivare ad avere il sangue nelle mani cominciando da una pretesa», aggiungiamo che la degenerazione morale arriva a investire anche gli Stati quando le loro richieste (di fatto pretese) verso altri Stati non vengono soddisfatte.