Tossicodipendenza e carcere. La necessità di garantire «un continuum tra un prima e un dopo»
Rispetto al problema tossicodipendenza e carcere, Anna Pilato, assistente sociale al Ser.D di Frosinone che lavora da più di 20 anni all’interno delle strutture detentive, ci ha offerto una panoramica ampia e dettagliata sulla questione, soffermandosi sul rischio e sull’incidenza della recidiva e mettendo a confronto i possibili percorsi che una persona tossicodipendente e detenuta […]
Dalla comunità Exodus di Cassino: «l’ape non viene né allevata, né coltivata: nasce e muore libera, un po’ come me»
L’esperienza comunitaria non può essere raccontata se non da chi ne ha un vissuto diretto e, all’interno della comunità Exodus di Cassino, abbiamo incontrato e parlato con Gianluca. Il suo è stato un contributo prezioso, schietto e crudo come la vita, come il viaggio di cui ci ha lasciato intravedere qualche frammento. «La comunità è […]
Dalla comunità Exodus di Cassino: «stavo scappando, un’altra volta ancora, da me stesso. Oggi non scappo»
Crescenzo è da sedici mesi nella comunità Exodus di Cassino. Ha 33 anni ed è in quella fase del percorso che prepara al reinserimento lavorativo. Intanto si occupa della manutenzione all’interno della comunità e svolge lavori di giardinaggio all’esterno. Pur non essendo stato avvertito preventivamente della nostra presenza, si è liberato dalle sue attività di […]
Tossicodipendenza e autodeterminazione. «La costruzione del sé è un percorso relazionale», al Ser.D di Cassino
«Il tempo che intercorre tra l’istinto e la consumazione istintuale rappresenta il pensiero», Filippo Morabito Qual è il rapporto tra autodeterminazione, identità e tossicodipendenza? Quali sono le criticità e le fragilità che rendono più difficile il raggiungimento dell’autodeterminazione e dunque la costruzione di un’identità? In un cerchio di interventi, all’interno del Ser.D di Cassino, Filippo […]
“Sofia aveva lunghi capelli”, un romanzo dal carcere. Dialogo con l’autore Giuseppe Perrone
Sofia aveva lunghi capelli è un romanzo, edito da Castelvecchi, fatto di parole scelte. Sono carezze in fronte che tagliano come l’umiliazione che si prova quando a rivolgertele è la persona che dovrebbe riceverle. L’autore del romanzo è Giuseppe Perrone, persona detenuta dal 1992, attualmente nella Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso. Tratto da una […]
Università in carcere. Vivere le persone che abitano gli istituti di pena
“Se non questo carcere, allora quale?” è la domanda che ha aperto il nostro racconto della realtà penitenziaria in Italia. Un filo ha stretto intorno a un unico centro tutte le storie e le interviste: il riconoscimento della persona, il diritto all’esercizio della sua essenza, al di là del reato commesso. Il riconoscimento di una […]
«Non è possibile fare politica senza entrare in carcere», Alessandro Capriccioli
Tre metri quadri racconta le cose piccole, vere, reali, che scandiscono la quotidianità delle persone detenute. L’essenza minuziosa del carcere. La sua intrusività. Quella capacità di rimanere incastrato sotto la pelle anche quando hai la libertà di entrarne e uscirne da visitatore. Quella di Alessandro Capriccioli, consigliere regionale per il Lazio, è la voce narrante […]
Reinserimento sociale. «In carcere il tempo rotto o il tempo sano è un tempo identico», Marta Bonafoni
Al convegno dello scorso 23 marzo, Detenzione e reinserimento sociale. Diritto allo studio, diritto al lavoro, svolto presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Roma Tor Vergata, la questione che spontaneamente ha accumunato molti dei contributi è stata il tempo. Un tempo che ha necessità di essere riempito di senso, di significato. Un tempo […]
Detenzione e reinserimento sociale. Spezzare la cristallizzazione di un tempo giudicante
Il tempo è polvere. Piccoli granelli nell’aria respirati e spostati, mossi dalle decisioni di chi li attraversa. Per quanto inafferrabile, il tempo fissa, a volte inchioda. Rende vitree esistenze che rimangono in movimento. Cristallizza i pregiudizi: quelle convinzioni stereotipate che emergono sempre uguali in maniera ciclica, soprattutto rispetto a contesti sociali come il carcere e […]
«Consentite il ricongiungimento familiare a tutte le persone di nazionalità ucraina e russa detenute nelle galere italiane». L’appello di due persone detenute
Il contributo, risalente a fine febbraio, di Fabio Falbo e Giuseppe Perrone, persone detenute presso la Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso, riflette con tono diretto e intimo sulla guerra russo ucraina, sottolineando una questione che, tra le tante sollevate, non ha ancora trovato spazio nel dibattito pubblico: il ricongiungimento familiare delle persone di origine […]
Carcere e fine pena mai. «Se non fossi cosciente di avere un passato non potrei nemmeno dire di essere vivo»
«Se è vero che il destino di un uomo è segnato ancora prima di nascere, è anche vero che nel tempo ognuno cambia come vuole. Chi vive nel tormento, chi nella speranza e chi nell’illusione. Io vivo nei miei giorni, nei ricordi di allora, quei ricordi che rimangono impressi nella nostra memoria e che ci […]
«Il carcere ti vuole innocuo». Il diritto alla salute e alla dignità nelle strutture detentive
Per tutti quelli che lo conoscono è “l’Avvocato”. Fabio Falbo è lo scrivano del reparto di Alta Sicurezza della Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso, si occupa di redigere istanze e di aiutare i suoi compagni detenuti a presentare e difendere i loro diritti presso le varie istituzioni. Tra questi anche il diritto alla salute […]
Carcere e disturbi psichici. «Il contesto è importante e il carcere è un contesto distruttivo»
Per parlare di carcere e disturbi psichici abbiamo voluto che fosse una voce interna a spiegarne le dinamiche sociali e le implicazioni esistenziali che si dispiegano all’interno di una struttura detentiva. Giovanni Colonia è una persona detenuta nella Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso, ma insieme a questo è molte altre cose, tra cui studente […]
Il carcere replica se stesso. La spettacolarizzazione della colpa e il marchio del capro espiatorio
Tra tutti gli istituti sociali, il carcere è il più restio al mutamento, mantenendo inalterata l’intenzione punitiva che lo struttura dalle origini, la spettacolarizzazione della colpa. Nel tentativo di adattare la sua fisionomia alle aspettative e ai riflessi del sentire comune, l’urgenza di individuare un capro espiatorio non è mai stata destrutturata, al contrario si […]
Il carcere come isolamento. «Un tempo che non restituisce alcuna garanzia alla cittadinanza»
«È probabile che il carcere sia uno strumento necessario come risposta sanzionatoria e io non ho gli strumenti per individuare un’alternativa valida. Allo stesso tempo non so che senso abbia essendo nient’altro che la privazione di un tempo sociale. Non so nemmeno se esista un gentile eufemismo per descrivere la nullità della pena quando questa […]